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Il tatuaggio nell’antica Europa è stato ampiamente praticato,
questo è provato dal ritrovamento di mummie tatuate,
attrezzi per eseguire il tatuaggio e reperti con immagini che rappresentavano
uomini tatuati.


In Italia a Similau è stata trovata una mummia datata 3350-3100 A.C.
che presenta semplici tatuaggi (linee, croci, punti), il cui significato probabilmente
e' rituale / magico .


Altre mummie scoperte sono quelle del popolo Kurgan,
popolo nomade della steppa che si spostava dalla Siberia al Danubio.


Famosa è la mummia della principessa Ukok (500 A.C.)
che possedeva elaborati tatuaggi di animali che riprendevano lo stile 
dell’arte pittorica del popolo Kurgan.


I tatuaggi dei popoli antichi sono la rappresentazione
culturale e artistica del popolo stesso , l’identificazione di una persona in 
un contesto culturale e sociale .


Abbiamo altri esempi come il braccio in avorio di Palestrina
con rappresentati animali scolpiti al rovescio per la posizione della scultura
ma dritti se fosse una rappresentazione di un tatuaggio.


Nel mondo Venetkens abbiamo una lamina rappresentante una mano con incise linee geometriche
che alludono a tatuaggi.


Aghi, punteruoli, pettini sono alcuni degli oggetti che possono ricondurre al tatuaggio ma su questo non ci sono certezze in quanto questi attrezzi potevano essere usati anche per altri scopi.


In conclusione è certo che il tatuaggio era presente in Europa in tempi molto antichi , e faceva parte della cultura artistica e sociale delle civilta' che popolavano queste terre
il corpo veniva decorato con le tipologie artistiche del popolo stesso , servendo anche ad identificare l'appartenenza ad un'etnia piuttosto che ad un'altra.

 

 

 

 

 

 

I Venetkens sono un popolo vissuto tra il 1000 A.C. e il primi anni dopo Cristo, in un’area compresa tra il Po’ e il Danubio. 

Avevano un alfabeto,  una scrittura e una lingua propria chiamata Venetico composto da lettere che variavano leggermente a seconda del luogo di provenienza(Este, Padova, Vicenza), purtroppo non ancora del tutto conosciuta e tradotta, ma riccamente testimoniata da migliaia di ritrovamenti.

I riti funebri per i Venetkens dovevano avere (come per tutto il mondo antico) grande importanza,questo popolo cremava i suoi defunti e poneva le ceneri in urne chiamate situle spesso riccamente decorate nelle quali si raccontavano le storie del defunto, delle divinità e di tutti i giorni.  

Oltre la grande capacità nella realizzazione delle situle, erano maestri nella lavorazione dell'ambra proveniente dal mar Baltico, erano anche grandi allevatori di cavalli i quali venivano apprezzati anche dai lontani greci, erano definiti dagli altri popoli i Veneti dai bei cavalli.

Il cavallo era quindi simbolo di prestigio e ricchezza ma anche simbolo solare di bellezza e agilità essendo acompagnatore degli eroi e delle divinità.

Questo splendido popolo abitava un territorio paludoso e ricco di acque, del quale imparò a conoscere pregi e difetti. Avevano un rapporto molto stretto con l’acqua e molte delle loro divinità e culti erano erano legati alle fonti, acque termali,laghi e alle acque in generale.

La dea più importante  è Reithia dea legata alla città di Ateste (odierna Este),unico caso di culto scrittorio, era la dea della profezia attraverso la quale l’alfabeto diventava parola.Tra i popoli antichi era la dea della barca solare, signora delle acque (fiumi ,laghi ,mare,acque termali), la “sainate” sananante, la potente. 

La dea del guado e del passagggio, protettrice degli animali.

Il lupo e l’anatra selvatica  sono a lei sacri e spesso rappresentati al suo fianco. Un’altra divinità del pantheon Venetkens  Trimusiate divinità multiforme, o dalle tre facce, il suo luogo di culto più famoso è Lagole (Bl), un bellisimo laghetto luogo antico di pellegrinaggio dove sono stati trovati numerosi reperti ( offerte votive ),era la divinità delle foreste e protettrice/guaritrice dei guerrieri feriti in battaglia.